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Rete unica TIM-Open Fiber, a chi conviene? Tutti i punti su cui riflettere

La vicenda della rete unica di TIM e Open Fiber (OF) continua a snodarsi come una telenovela sudamericana, sempre alla ricerca di un lieto fine tra nuovi intrecci, colpi di scena e annunci a sorpresa.
Mentre alcuni, forzando la mano, vorrebbero darla già per fatta, escono indiscrezioni su presunte pressioni governative per chiudere l’operazione entro il 4 agosto (data che coincide con il CDA di TIM per l’approvazione dei prossimi risultati trimestrali). Ma, intanto che sulla stampa sembra prevalere un pensiero sempre più acritico e acquiescente nei confronti del progetto della “rete unica” a guida TIM, sebbene in difetto di motivazioni e di analisi, da Il Sole 24 Ore si leva la voce autorevole e ricca di esperienza di Franco Bernabè per dire esattamente il contrario: è troppo tardi per realizzare la rete unica.
L’analisi di Bernabè è la più dettagliata che, nel mio piccolo, ho finora avuto modo di leggere sulla stampa e vale la pena riassumerla. La prima motivazione è tecnica: «Non si può più pensare di innestare l’una nell’altra» perché hanno strutture (topologie) diverse, partono da punti diversi e le sinergie sarebbero quindi scarse. La seconda è di metodo: con la rete unica il governo sembra perseguire quattro obiettivi: migliorare la dotazione infrastrutturale del Paese; evitare lo spreco di risorse pubbliche da parte di CDP; rafforzare la posizione di Telecom; mantenere un grado sufficiente di concorrenza. Ma, obietta Bernabè, una «semplice regola matematica, che vale anche in economia, dice che per perseguire una pluralità di obiettivi devi avere a disposizione una pluralità di strumenti. Finora, apparentemente, l’unico strumento sul tavolo è la rete unica». La terza va alla sostanza del problema: «anche mettendo insieme Telecom e Open Fiber non si arriverebbe ad una rete unica» perché in Italia ci sono anche altre reti e nei principali paesi ce ne sono almeno due. La quarta è di opportunità economica: «sottraendo la rete a Telecom, il Governo si troverebbe a dover gestire la crisi di un gruppo come Telecom». Quindi, Bernabè conclude suggerendo a CDP di ricapitalizzare TIM vendendo la sua quota in Open Fiber, facile da ricollocare, mentre TIM e OF con un accordo societario o commerciale potrebbero dividersi il mercato nelle aree grigie, dove nessuno ancora si sta muovendo. Come lo stesso Bernabè premette, la sua proposta si allontana dal dibattito in corso. Ma, occorre dargli atto, è una proposta motivata.
Anche io, come Bernabè, sebbene dal mio punto di vista, come ho più volte avuto modo di scrivere, sono molto scettico nei confronti della rete unica con TIM che acquisisce OF. A mio parere, non aiuta l’Italia sul fronte della digitalizzazione, su cui è molto in ritardo quando, stando al Recovery Plan appena concordato, dovrebbe invece accelerare e crea più problemi di quanti ne vorrebbe risolvere, senza dare garanzie di risolvere almeno quelli che già ci sono.
Pertanto, se a futura memoria è consentita una parentesi di parresia, vorrei contribuire al dibattito in materia aggiungendo alcuni punti dubbi al dibattito sulla questione della rete unica.