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Intervista alla Prof.ssa Arianna Thiene ed al Prof. Enrico Maestri. Educare alla dignità nell’era digitale

Arianna Thiene è Professoressa associata presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con lode presso l’Università di Ferrara nel 1997 e ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Diritto Civile nel 2002. I suoi interessi di ricerca riguardano i diritti della personalità, il diritto dei minori e della famiglia, la responsabilità civile. Attualmente, insegna Istituzioni di Diritto Privato e Diritto Civile II nel programma di Laurea Magistrale in Giurisprudenza dell’Università di Ferrara. È autrice di oltre 130 pubblicazioni scientifiche e ha partecipato a numerosi progetti di ricerca. La sua dedizione all’organizzazione di convegni e seminari riflette il suo impegno nella diffusione della conoscenza giuridica e nella promozione dei diritti dei minori e delle famiglie.

Enrico Maestri è Professore associato di Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con lode presso l’Università di Ferrara nel 1998 e successivamente ha ottenuto un dottorato di ricerca in “Diritti umani: evoluzione, tutela e limiti” presso l’Università degli Studi di Palermo nel 2007. Il suo ampio bagaglio accademico comprende insegnamenti in diverse cattedre, tra cui Diritto dell’ambiente informatico, Teoria generale del diritto, Conoscenza e didattica del diritto, Metodologia e logica giuridica, ed Etica e diritto dell’intelligenza artificiale. Nel 2022, ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore di I fascia nel settore della Filosofia del diritto. La sua vasta formazione e le sue competenze multidisciplinari lo rendono un esperto nel campo della filosofia del diritto, con un interesse particolare per l’intelligenza artificiale e l’etica.

 

La Prof.ssa Arianna Thiene e il Prof. Enrico Maestri

 

 

Qual è lo scopo principale del Seminario “Educare alla dignità nell’era digitale” e come si relaziona con i percorsi di educazione civica organizzati dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara e dal corso di laurea magistrale di Rovigo?

La formazione all’educazione digitale dovrebbe concentrarsi su una serie di competenze fondamentali per affrontare al meglio le sfide dell’era digitale. In particolare, è necessario sviluppare la capacità di valutare in modo critico l’informazione online, al fine di distinguere tra notizie vere e false. Questa competenza è indispensabile per combattere la diffusione di disinformazione e fake news che possono influenzare negativamente le persone e la società.

Oltre alla valutazione critica dell’informazione, è fondamentale insegnare agli studenti la protezione della propria privacy online. L’educazione digitale dovrebbe includere l’apprendimento di strumenti e pratiche per preservare la propria identità digitale e proteggere i propri dati personali. Questo è particolarmente importante considerando l’ampia diffusione delle reti sociali e delle piattaforme online, che comportano rischi di violazioni della privacy.

La gestione dell’identità digitale è un’altra competenza che dovrebbe essere sviluppata nell’ambito dell’educazione digitale. Gli studenti devono imparare come costruire, mantenere e proteggere la propria identità online, utilizzando le piattaforme di social media in modo responsabile e consapevole.

Infine, la prevenzione del cyberbullismo deve essere uno degli obiettivi principali dell’educazione digitale. Gli studenti devono apprendere come riconoscere e affrontare il bullying online, così da promuovere una cultura digitale rispettosa e inclusiva.

In sintesi, lo scopo principale del Seminario “Educare alla dignità nell’era digitale” è promuovere l’importanza dell’educazione digitale e sviluppare una serie di competenze fondamentali per navigare in modo sicuro nel contesto digitale. Questo obiettivo si collega con i percorsi di educazione civica organizzati dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara e dal corso di laurea magistrale di Rovigo, poiché entrambi mirano a formare cittadini consapevoli e responsabili nell’era digitale.

 

In che modo l’educazione digitale è stata inclusa nella legge del 20 agosto 2019, n. 92, riguardante l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole? Quali sono le abilità e le conoscenze digitali essenziali che devono essere fornite nella formazione?

La legge del 20 agosto 2019, n. 92 ha introdotto l’insegnamento dell’educazione civica in tutte le scuole, enfatizzandolo come un percorso educativo trasversale. Questo percorso mira a formare studenti-cittadini in grado di conoscere e agire per contribuire a una trasformazione e un miglioramento personale e comunitario, specialmente durante periodi di crisi.

Includendo l’educazione digitale come parte dell’insegnamento dell’educazione civica, la legge riconosce l’importanza di fornire agli studenti abilità e conoscenze digitali essenziali. L’articolo 5 della legge specifica alcune di queste abilità, che devono essere adattate all’età degli studenti. Queste competenze includono l’analisi critica delle fonti digitali, l’interazione appropriata con le tecnologie digitali, la partecipazione al dibattito pubblico utilizzando servizi digitali, la conoscenza delle norme comportamentali nell’ambiente digitale, la gestione dell’identità digitale e la protezione dei dati personali.

Le modalità tecnologiche e i comportamenti online stanno diventando sempre più diffusi nella nostra vita quotidiana e sono diventati una parte indispensabile del nostro modo di comunicare e di relazionarci con gli altri. Tuttavia, l’aumento dell’utilizzo della tecnologia e delle piattaforme online ha portato alla luce alcune questioni importanti che devono essere prese in considerazione.

Uno dei principali problemi che emerge da questo scenario è la necessità di educare i più giovani sui comportamenti online responsabili, rispettosi e dignitosi. I giovani di oggi sono cresciuti in un mondo digitale, dove internet e i social media sono diventati parte integrante delle loro vite. Tuttavia, molti di loro non sono a conoscenza delle conseguenze dei loro comportamenti online e spesso non comprendono l’importanza di comportarsi in modo responsabile e rispettoso.

È quindi fondamentale che l’educazione digitale diventi una priorità per i sistemi scolastici, ma anche per le famiglie e le comunità in cui i giovani vivono. La formazione all’educazione digitale dovrebbe concentrarsi su una serie di competenze, tra cui la valutazione critica dell’informazione, la privacy online, la sicurezza dei dati e la gestione consapevole dell’identità digitale.

 

Per raggiungere gli obiettivi educativi riguardanti l’educazione digitale, quali sono gli attori della comunità educante che devono essere coinvolti e quali sono i loro ruoli?

Troviamo un’indicazione preziosa all’art. 7 n. 92 del 2019, secondo cui al fine di valorizzare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità. Proprio su questo tema, che potrebbe essere uno dei punti di partenza per ricostruire la relazione tra scuola e famiglie nel segno del preminente interesse del minore, avvertiamo tutti una responsabilità diffusa che coinvolge, oltre a docenti, educatori, genitori, anche professionisti. Per questo abbiamo voluto inserire anche la relazione dell’avv. Ada Orsola De Muri, da tempo impegnata con progetti di sensibilizzazione nelle scuole e nell’associazionismo. Non senza significato il seminario rodigino ha trovato subito convinto appoggio dell’Ordine degli Avvocati di Rovigo, di importanti Associazioni forensi (l’Unione Nazionale Camere Minorili e AIAF Veneto) educative (l’Associazione Pedagogica italiana) e culturali (l’ANPI-sezione di Rovigo).

Durante il seminario “Educare alla dignità nell’era digitale”, quali tematiche specifiche saranno affrontate dai relatori e in che modo si prevede che le esperienze e le conoscenze degli studenti della classe 3ASU del Liceo Statale “G.Cotta” di Legnago (VR) contribuiscano al dibattito?

L’evento formativo prevede l’incontro e la condivisione di diversi saperi esperti, non solo giuridici. Fondamentale l’approccio metodologico affidato ad Enrico Maestri. I profili civilistici saranno approfonditi da Ilaria Garaci e Arianna Thiene, quelli penalistici da Costanza Bernasconi. Il dialogo verrà inserito in una cornice pedagogica grazie alla moderazione di Tamara Zappaterra, Prorettrice alla Diversità, Equità e Inclusione e Coordinatrice del Corso di studi magistrale in Formazione, comunicazione e cittadinanza digitale dell’Università di Ferrara. Le conclusioni della sessione mattutina sono affidate a Davide Sarti, esperto di proprietà intellettuale e delle dinamiche economiche che attraversano le piattaforme.

Nella sessione pomeridiana la parola passerà ai ragazzi e alle ragazze del Liceo Statale “G.Cotta” di Legnago che, guidati da Marco Chinaglia, docente e studioso di storia e filosofia, mostreranno come un utilizzo consapevole e corretto della rete possa essere fonte di apprendimento e di arricchimento culturale e umano.  Per noi si tratta di una presenza importante perché la partecipazione dei minori alla vita politica e democratica costituisce il primo obiettivo della nuova Strategia del Consiglio d’Europa per i diritti dell’infanzia (2022-2027), in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Organizzazione delle Nazioni Uniti (AGENDA 2030) e con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

L’educazione digitale è una componente cruciale dell’educazione civica e democratica. Come l’educazione digitale può aiutare a formare studenti-cittadini capaci di contribuire positivamente alla società in tempi di crisi?

L’educazione digitale svolge un ruolo cruciale nell’educazione civica e democratica, specialmente durante periodi di crisi. Affrontare le sfide del mondo digitale richiede un’ampia comprensione delle dinamiche online, dei rischi e delle conseguenze delle proprie azioni.

Per affrontare questi problemi e migliorare la dignità online, è fondamentale aumentare la consapevolezza su questi temi. L’educazione digitale dovrebbe far parte integrante dei programmi scolastici e delle campagne di sensibilizzazione, sia per adulti che per adolescenti. È fondamentale educare le persone sui potenziali rischi e sulle conseguenze delle proprie azioni online, promuovendo valori di rispetto, consapevolezza e responsabilità.

L’educazione digitale aiuta gli studenti a comprendere i meccanismi delle piattaforme digitali, a riconoscere le manipolazioni dell’informazione e a sviluppare una capacità critica di valutazione delle fonti e dei contenuti online.

Allo stesso tempo, è cruciale che le piattaforme e i responsabili delle politiche online rivisitino i loro algoritmi e le loro politiche al fine di porre maggiore attenzione alla protezione dei diritti e della dignità delle persone. La collaborazione tra piattaforme, governi, organizzazioni non governative e la società civile è fondamentale per promuovere un utilizzo responsabile e consapevole della tecnologia.

Invece di colpevolizzare aprioristicamente i giovani per il comportamento incivile online, è cruciale investire in un’educazione digitale adeguata che li aiuti a comprendere le implicazioni delle loro azioni. Accanto all’insegnamento delle competenze tecniche, i giovani devono essere formati sulle norme di comportamento online, sulla tutela della privacy e sulla gestione delle interazioni virtuali. L’educazione digitale deve promuovere l’importanza del rispetto verso gli altri e della responsabilità individuale nel costruire un ambiente digitale più dignitoso.

Riteniamo che l’unico vero valore che dovrebbe esser posto al centro di qualsiasi sforzo per migliorare l’ambiente online è la dignità umana. Ogni individuo ha il diritto di essere trattato con rispetto e di vivere esperienze digitali positive. Un internet più dignitoso non solo beneficerebbe gli utenti, ma anche i providers, poiché un ambiente online più sicuro e inclusivo stimola l’engagement degli utenti e promuove la fiducia nella piattaforma. Attraverso l’educazione digitale e l’implementazione di nuovi codici di condotta, possiamo difendere il valore fondamentale della dignità umana e costruire un ambiente online migliore per tutti.

Per educare alla dignità online nell’era digitale, dobbiamo affrontare questioni di struttura di Internet, educando gli sviluppatori e le aziende che gestiscono le piattaforme sulle migliori pratiche per la creazione di tecnologie responsabili, etiche e rispettose della dignità umana. Inoltre, dobbiamo garantire che le leggi e le politiche pubbliche riguardo Internet e le piattaforme online siano costruite in modo da proteggere la dignità umana e prevenire comportamenti online offensivi e discriminatori.

In conclusione, migliorare la dignità online richiede una combinazione di educazione digitale, regolamentazione adeguata e responsabilità da parte delle piattaforme. Solo attraverso un’educazione che promuova la consapevolezza e i valori corretti, insieme ad azioni concrete da parte delle piattaforme digitali, si potrà formare una generazione di studenti-cittadini capaci di contribuire positivamente alla società in tempi di crisi.

 

Considerando l’importanza dell’educazione digitale, quali iniziative o azioni concrete potrebbero essere intraprese per garantire una maggiore consapevolezza e competenza digitale tra gli studenti e gli educatori?

Internet ha ormai assunto un ruolo centrale nelle nostre vite, offrendoci innumerevoli opportunità di interazione e comunicazione. Tuttavia, l’ascesa di questa nuova realtà virtuale ha portato con sé anche problematiche legate alla violazione della dignità umana. Pertanto, è indispensabile promuovere l’adozione di nuovi codici di condotta online in grado di coinvolgere sia gli utenti che i fornitori dei servizi.

È necessario attivare azioni di pressione normativa condotte da specifici attori giuridici e da organizzazioni non profit che difendono la cittadinanza digitale sui seguenti punti critici:

A) I limiti della regolamentazione attuale:

La regolamentazione online attuale non è sufficiente per affrontare efficacemente le violazioni della dignità umana. Leggi e norme sono spesso superate dalla velocità delle trasformazioni digitali e, in molti casi, mancano di un approccio olistico che tenga conto delle specificità dell’ambiente online. Di conseguenza, nuovi codici di condotta diventano fondamentali per colmare questa lacuna e proteggere la dignità di tutti gli individui che interagiscono sulla rete.

B) Coinvolgere gli utenti:

Gli utenti di Internet devono essere consapevoli del loro ruolo attivo nella promozione di comportamenti rispettosi della dignità umana online. Ciò significa che ognuno di noi deve adottare un codice di condotta propriamente autoimposto, basato su principi di rispetto, gentilezza e comprensione reciproca. Solo attraverso scelte responsabili e consapevoli si può creare un ambiente virtuale più positivo e inclusivo.

C) Coinvolgere i fornitori di servizi:

D’altra parte, i fornitori di servizi online hanno la responsabilità di adottare e far rispettare nuovi codici di condotta che tutelino la dignità umana. Questo implica non solo l’implementazione di misure di sicurezza tecniche, ma anche l’adozione di politiche interne che promuovano l’etica della rete. La cooperazione tra gli attori coinvolti è fondamentale per garantire un ambiente digitale sicuro, libero da discriminazione e violenza verbale.

D) La dignità umana come parametro fondamentale:

La dignità umana deve essere considerata come parametro normativo fondamentale, sia nelle interazioni online che offline. Non si tratta di un’imposizione esterna, ma piuttosto di un valore intrinseco a ciascun individuo. Promuovere la dignità umana online significa garantire che ogni persona sia trattata con rispetto, indipendentemente dalla propria etnia, religione, orientamento sessuale o opinioni politiche.

In conclusione, l’evoluzione costante di Internet richiede un costante adattamento dei codici di condotta online. La tutela della dignità umana deve essere al centro di questi sforzi, coinvolgendo sia gli utenti che i fornitori di servizi. Solo attraverso un impegno comune e responsabile, possiamo creare un ambiente digitale che rifletta i valori umani fondamentali di rispetto e inclusione.

 

Come sarà possibile estendere l’impatto del seminario al di là dell’evento stesso? Ci sono progetti futuri o collaborazioni pianificate per continuare a promuovere l’educazione digitale e la cultura della solidarietà e della legalità?

I Docenti del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, impegnati presso il Corso di Laurea Magistrale della sede di Rovigo, promuovono e partecipano a numerose iniziative, aperte alla cittadinanza, finalizzate allo sviluppo della coscienza civile, costituzionale e democratica e alla diffusione della cultura della solidarietà e della legalità. A settembre è previsto il tradizionale appuntamento con Solidaria, il Festival del Volontariato e della Solidarietà, promosso dal Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo.

Sul tema specifico dell’educazione digitale proficua è la collaborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale, guidato dal dott. Roberto Natale. Nell’ambito del percorso Cittadinanza scientifica- Partecipare in modo attivo al dibattito pubblico abbiamo già programmato per maggio 2024 un incontro dal titolo Sfide della formazione digitale e della dignità on line, destinato ai Docenti del triennio della Scuola secondaria di secondo grado.

 

Qual è la vostra visione sulla futura evoluzione dell’educazione civica e dell’educazione digitale? Quali sfide e opportunità si prospettano per la formazione dei cittadini nell’era digitale in costante cambiamento?

Riteniamo che la sfida principale che ci attende riguardi il mutamento della natura giuridica delle piattaforme, passando da vettori proprietaristici a vettori di beni comuni. A livello globale, la governance di internet presenta tre differenti approcci: quello statunitense basato sul mercato, quello cinese basato sullo Stato e quello europeo basato sui diritti. Tra questi, l’approccio europeo sembra ideale per una adeguata educazione digitale, poiché enfatizza l’importanza dei diritti digitali per gli utenti in Internet (l’evoluzione normativa dal GDPR al DSA è paradigmatica in questo senso). Tuttavia, questo approccio apparentemente il più inclusivo tra i tre tipi di governance presenta una “dark side”: la rivendicazione di un diritto, che però non ha un riconoscimento giudiziale primario, pone due problemi interconnessi.

Per quanto riguarda il problema della giustiziabilità, esiste il rischio di trovarsi di fronte a “diritti sulla carta”, in cui l’assenza di una efficace fonte di jus cogens e l’onere della rivendicazione da parte del soggetto debole che detiene un’aspettativa non riconosciuta contribuiscono a renderli non azionabili giudizialmente. Esempi evidenti in tal senso sono la controversa definizione di “effettiva conoscenza” di una violazione di un diritto digitale e la possibile soluzione di ricorso ai meccanismi di “notice and take down”.

Se l’abilità di rivendicare qualcosa è una condizione necessaria dei diritti “come ragioni”, ciò implica che qualcuno può negarli. Vi è un rischio concreto che i diritti dichiarati non siano accompagnati da un dovere istituzionale attivo di tutela corrispondente. Infatti, sia il GDPR che il DSA adottano un sistema di controllo successivo che pone il controllo del trattamento dei dati correlati ai diritti digitali nelle mani inesperti degli utenti.

La sfida principale, dunque, risiede nella diffidenza epistemica verso internet. Con questa espressione si intende sottolineare il ruolo fondamentale delle piattaforme e dei loro algoritmi nel determinare ciò che viene pubblicato e condiviso online, e, di conseguenza, la loro responsabilità nelle possibili violazioni alla dignità delle persone.

È innegabile che le piattaforme e i loro algoritmi influenzino il panorama digitale, dando forma alle informazioni che raggiungono gli utenti. Tuttavia, questa responsabilità comporta la necessità di un’attenzione particolare nei confronti dei diritti e dei valori fondamentali, come la dignità umana e la libertà di espressione.

Le piattaforme devono assumere una posizione di responsabilità nei confronti delle informazioni che veicolano e devono adottare misure per prevenire abusi, discriminazioni e violazioni dei diritti umani online. Allo stesso tempo, è essenziale che gli utenti sviluppino una consapevolezza critica e una capacità di discernimento quando si confrontano con i contenuti presenti su internet.

L’educazione digitale offre un importante strumento per affrontare questa sfida, fornendo alle persone le competenze necessarie per utilizzare la tecnologia in modo consapevole, critico ed etico. Attraverso programmi di formazione adeguati, si può promuovere la consapevolezza sui rischi e sulle conseguenze delle proprie azioni online, nonché sulla necessità di rispettare la dignità e i diritti degli altri.

Inoltre, l’educazione digitale può contribuire a sviluppare abilità di analisi critica delle fonti, capacità di discernimento tra informazioni affidabili e false, e una conoscenza dei principi di tutela della privacy e della protezione dei dati personali.

Per affrontare questa sfida, è necessario un impegno collettivo che coinvolga governi, istituzioni, piattaforme, educatori e cittadini. Solo attraverso una combinazione di regolamentazione, responsabilità delle piattaforme e una solida formazione digitale sarà possibile garantire un utilizzo responsabile e consapevole del mondo digitale, preservando la dignità umana e promuovendo una società inclusiva e democratica.

Ad esempio, uno dei problemi più evidenti è la vittimizzazione secondaria. Le persone che subiscono molestie, cyberbullismo o altre forme di violenza online spesso affrontano una seconda vittimizzazione quando queste esperienze vengono perpetuate attraverso la condivisione e la diffusione di contenuti offensivi. Gli algoritmi delle piattaforme potrebbero essere progettati per individuare e rimuovere tali contenuti in modo più efficace, riducendo così l’impatto negativo sulla dignità delle persone coinvolte.

 

Alla luce dell’esperienza acquisita con l’organizzazione di questo seminario, quali sono le considerazioni finali e le prospettive riguardanti l’importanza di educare alla dignità nell’era digitale per costruire una società più inclusiva, equa e consapevole?

Anziché scandalizzarsi e criminalizzare i comportamenti tenuti dai minori navigando in Rete, occorre programmare le tecnologie affinché siano funzionali ad un controllo portato all’interno dell’infrastruttura. Laddove i regolatori pubblici decidessero di progettare policy di controllo solo ex post, lasciando ai privati produttori dei codici informatici il controllo delle possibilità connesse a Internet, a venire compromesse sarebbero importanti valori sociali, quali la dignità, la reputazione e il rispetto delle persone; a questo punto, non potremmo dolerci del fatto che i giovani sono diventati protagonisti e vittime di una shitstorm in cui l’interazione è fortemente connotata in senso negativo e, talvolta, violento. L’architettura informatica dei blog, di TikTok, di Instagram e di Facebook determina una de-medializzazione della comunicazione: ciascuno produce e diffonde informazioni, sicché si evidenzia una tensione continua tra pratiche di esibizione e forme di intimità, un intreccio perenne tra spazi online e spazi offline all’interno di un frame complessivo che trova nella realtà (mediata o non mediata) le sue pratiche, le sue rappresentazioni e le sue conseguenze.

Solo intervenendo sulle architetture della rete e imponendo un mutamento del code si potrà affrontare la questione della protezione dei minori dalle forme di espressione oscene, indecenti e violente; infatti, nessuna forma di regolamentazione sarà efficace se non controllerà dall’interno, by design, le architetture che consentono o strutturano le nostre azioni sul Web.

Migliorare la dignità online richiede dunque un approccio olistico, che affronti sia la responsabilità dei providers nella progettazione delle piattaforme sia la necessità di educare i giovani sull’uso corretto dell’ambiente digitale. Colpevolizzare i giovani non è la soluzione; piuttosto, dobbiamo investire nell’educazione digitale e promuovere nuovi codici di condotta che siano in linea con il valore fondamentale della dignità umana. Solo attraverso un impegno congiunto dei providers, delle istituzioni educative e della società nel suo complesso, potremo creare un ambiente online più rispettoso, inclusivo e dignitoso per tutti.

 

 

 

a cura di Valeria Montani

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