L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha approvato, con la delibera n. 96/25/CONS, le…
Sui diritti di proprietà l’Italia arranca

Un alto livello di protezione dei diritti di proprietà coincide con un Pil migliore, ma l’Italia è solo al trentesimo posto della classifica mondiale. Sono due delle conclusioni alle quali arriva la settima edizione del rapporto International Property Rights Index (IPRI) coordinato dalla Property Rights Alliance (PRA) e “autografato” da Francesco Di Lorenzo. L’edizione 2013 misura il rispetto e i fattori che influenzano le tre componenti del sistema dei diritti di proprietà, cioè l’ambiente politico e legale, i diritti di proprietà fisica e la tutela della proprietà intellettuale.
Come è facile immaginare, gli indici generali disegnano una frattura tra le nazioni più ricche e il “sud del mondo”. Se il Nord America e l’area ovest dell’Europa vedono rispettivamente un punteggio di 7,8 e 7,49, l’Africa resta sul fondo della classifica con un punteggio medio di 4,66.
Tra le nazioni a primeggiare è la Finlandia, seguita da Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Olanda e Giappone. Bisogna invece scorrere parecchio al classifica per arrivare all’Italia. Fermo come lo scorso anno su una valutazione complessiva di 6,1 (calata dello 0,8% dal 2009 ad oggi), il nostro Paese non va oltre il trentesimo posto nel mondo e il sedicesimo su 19 Paesi della sua regione continentale.