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Corte di Giustizia UE conferma il Mobility Package, annullato l’obbligo di ritorno dei veicoli ogni otto settimane

Il 1° febbraio 2023, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza relativa al Mobility Package, un insieme di misure adottate dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2020, volto a regolare il settore del trasporto stradale nell’UE. Sette Stati membri (Lituania, Bulgaria, Romania, Cipro, Ungheria, Malta e Polonia) avevano presentato ricorsi per l’annullamento di alcune disposizioni di tale pacchetto normativo.

Nella sua decisione, la Corte ha sostanzialmente confermato la validità del Mobility Package, annullando tuttavia l’obbligo che imponeva ai veicoli di tornare ogni otto settimane al centro operativo dell’impresa di trasporto. La Corte ha ritenuto che il Parlamento e il Consiglio non avessero fornito informazioni sufficienti per valutare la proporzionalità di tale misura.

Le contestazioni degli Stati membri ricorrenti si focalizzavano su diverse disposizioni del Mobility Package, tra cui:

  1. Il divieto per i conducenti di trascorrere il loro periodo di riposo settimanale regolare o compensativo all’interno del veicolo.
  2. L’obbligo per le imprese di trasporto di organizzare il lavoro in modo che i conducenti possano tornare ogni tre o quattro settimane al centro operativo o al loro luogo di residenza per trascorrere il riposo settimanale.
  3. L’anticipo della data di entrata in vigore dell’obbligo di installare tachigrafi intelligenti di seconda generazione.
  4. L’obbligo per i veicoli impiegati nel trasporto internazionale di tornare ogni otto settimane al centro operativo dell’impresa.
  5. Il periodo di attesa di quattro giorni tra operazioni di cabotaggio nello stesso Stato membro.
  6. La classificazione dei conducenti come “lavoratori distaccati” durante alcune operazioni di trasporto, con conseguente applicazione delle condizioni di lavoro dello Stato membro ospitante.

La Corte ha respinto la maggior parte dei ricorsi, eccetto quello relativo al ritorno obbligatorio dei veicoli ogni otto settimane. Ha infatti dichiarato che il legislatore dell’UE non aveva sufficienti informazioni per valutare l’impatto di tale obbligo. Per il resto, la Corte ha ritenuto che le misure contestate fossero proporzionate agli obiettivi perseguiti, ossia migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti e garantire una concorrenza equa nel settore dei trasporti.

In merito al divieto di trascorrere il riposo settimanale regolare o compensativo nel veicolo, la Corte ha sottolineato che tale divieto non era nuovo, ma derivava già dalla legislazione precedente. Inoltre, l’obbligo di consentire ai conducenti di tornare al centro operativo o alla residenza per il periodo di riposo non impedisce loro di scegliere dove trascorrere tale periodo, e non ha necessariamente un impatto negativo sull’ambiente, poiché il ritorno può essere organizzato tramite trasporti pubblici.

Infine, la Corte ha osservato che il Mobility Package mira a riequilibrare gli interessi degli autisti e delle imprese, garantendo al contempo un settore del trasporto stradale più sicuro, efficiente e socialmente responsabile.

 

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