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Cybersecurity, Wind Tre propone una collaborazione tra pubblico e privato

“Collaborazione concreta tra aziende e istituzioni sulla cybersecurity”. E’ l’auspicio espresso da Wind Tre in audizione davanti alle commissioni Trasporti e Tlc e Affari Costituzionali della Camera sul decreto perimetro cibernetico. “Nel decreto – ha spiegato Massimo Angelini, direttore Public affairs della compagnia guidata da Jeffrey Hedberg. – ci sono alcune parole chiave, la prima, per noi ineludibile, si chiama collaborazione. Costruire una grande partnership pubblico-privata, ha precisato il manager, un rapporto costante ed efficace fra istituzioni e imprese che riesca a combinare due principi fondamentali: la tutela della sicurezza nazionale, esigenza primaria di ogni Paese, e lo sviluppo della rete 5G, un’infrastruttura chiave per la crescita futura della nostra economia”.
“Si tratta di un obiettivo fondamentale che a nostro giudizio – ha precisato il manager – deve essere perseguito anche dai futuri interventi normativi in materia di cybersecurity che, naturalmente, devono essere armonizzati con quanto prescrive e prescriverà l’Unione Europea. C’e un ulteriore elemento, infine, che necessita di un grande approfondimento, conclude Angelini, ed è quello che riguarda la certezza dei tempi. Le Telco, infatti, vanno messe nella condizione di operare in linea con i piani di investimento e di sviluppo della rete 5g nel rispetto ovviamente delle norme vigenti”.
Il decreto recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica è stato licenizato dal Cdm del 18 settembre Sarà la Presidenza del Consiglio e non più l’Agenzia per l’Italia digitale (come nella prima versione che era un ddl) ad occuparsi di svolgere le attività di ispezione e verifica del rispetto dell’adozione delle norme a tutela della sicurezza da parte dei soggetti pubblici, mentre resta al Mise la responsabilità per i soggetti privati.