L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha approvato, con la delibera n. 96/25/CONS, le…
E-commerce, la crescita in Italia e nel mondo durante la pandemia

L’e-commerce mondiale nel 2019 ha prodotto un fatturato pari a 15.751 miliardi di dollari, tra B2C e B2B. Il B2C, ovvero il commercio online al dettaglio, rappresenta il 23% del totale, in crescita di due punti percentuali rispetto all’anno appena passato. L’e-commerce B2C nel mondo vale 3.535 miliardi di dollari, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Si stima che raggiungerà quota 5.000 miliardi di dollari nel 2020, mantenendo la stessa percentuale di crescita. Nel 2019 l’e-commerce B2C ha rappresentato il 14,1% del totale delle vendite al dettaglio nel mondo (con una crescita del +15% rispetto all’anno precedente) e si stima che la percentuale possa salire fino al 22% nel 2023.
La recente indagine di Casaleggio Associati ci dice che in Italia il commercio elettronico, in costante crescita, vale 48,5 miliardi di ricavi, il 7% del totale delle vendite. Il 12% delle aziende italiane opera nell’e-commerce e il 79% di loro lo fa in ambito consumer. Rispetto all’offline che negli ultimi 10 anni ha visto scomparire circa 63 mila negozi (-11%), il Registro Imprese conferma l’andamento dell’e-commerce in Italia: in tutto il 2019, le imprese attive che si sono registrate con codice ATECO relativo al commercio online (primario o secondario) sono 6.968 ovvero il 20% in più rispetto a quelle registrate nel 2018.
Le attività che si registrano con codice primario, indicando dunque come attività principale la vendita online, o che comunque hanno come codice prevalente in termini di fatturato quello e-commerce, sono il 68% (nel 2018 questa percentuale era del 54%). Nel primo quadrimestre del 2020 i servizi di e-commerce sono stati usati per la prima volta da 2 milioni di italiani, una vasta platea di nuovi utenti, contro i 700 mila dello stesso periodo del 2019.
Una crescita notevole secondo il Netcomm Forum Live, che ha messo l’accento su come la pandemia abbia cambiato gli equilibri. Settori prima marginali sono cresciuti vertiginosamente, come l’alimentare, che pesava per il 3% e che ha fatto registrare picchi fino al 300% di crescita. In flessione, viceversa, settori come il turismo, che rappresentava il 25% del mercato, e la moda.
Nelle indagini degli analisti emerge che il panorama per la seconda metà dell’anno sarà diverso da quanto immaginato fino a pochi mesi fa. Sono cambiate molte abitudini. Dopo lunghe settimane di isolamento forzato l’età di chi compra online si è alzata, il reddito medio ridotto e la sua diffusione ha raggiunto anche i centri minori.
Sui social cinesi, per esempio, sono aumentare le televendite in diretta (+110% sul portale Taobao), negli Usa le grandi catene (Starbuck, Macy’s, Walmart, Best Buy) stanno riaprendo con l’aiuto delle tecnologie: ordinazioni vocali e pagamenti tramite app, ritiro fuori dal locale (che in molte location è possibile fare in automobile).
Fenomeni che hanno interessato anche l’Italia, dove milioni di persone hanno sviluppato in poche settimane una dimestichezza con acquisti in rete quasi impensabile.