Con un nuovo Avviso pubblico da 70 milioni di euro, Province, Città metropolitane e Liberi…
Il metaverso distopico

Il metaverso distopico
di Alberto Gambino
Presidente e socio fondatore di IAIC
Web e social inducono alla metamorfosi antropologica degli utenti?
Di solito il tema riguarda tuttalpiù l’uso scorretto della rete, le sue insidie, le sue contraddizioni; ma in pochi si spingono a prendere atto della capacità della tecnologia di tramutare l’essenza dei comportamenti umani, il modo di pensare. Un modo di pensare plurimillenario e semplicissimo: il sudore della fronte quale segnale che indica la strada dell’affermazione nel lavoro e, talvolta, del successo.
L’utente post-millennial, invece, non suda granchè ma sta comodamente seduto oppure saltella allegramente dietro una webcam e s’ingegna per avere il consenso del web. Perché la popolarità porta soldi. Si badi bene: non significa che sia più facile solo perché fisicamente meno faticoso. I più – e specie le generazioni non digitali – registrano fallimenti, anche economici, con il web. Significa però che è cambiata l’antropologia della chiave del successo.
Già, ma cos’è il successo? Diventare chirurgo o salvare la vita del paziente? Prendere un titolo abilitante o costruire una casa solida? Avere tanti fan virtuali o ricevere sguardi di stima? La nuova antropologia del nativo digitale, formatasi nel mondo virtuale, può non soccombere alle delusioni della vita di tutti i giorni, che richiede resilienza e anticorpi analogici e non informatici?