Agostino Clemente è avvocato, socio dello studio Ughi e Nunziante e docente di Diritto Industriale presso…
Online platform contracts, IA e data sharing. Intervista al Prof. Avv. Filippo Donati.

Filippo Donati è Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università di Firenze. Attualmente membro del Consiglio Superiore della Magistratura e Presidente dell’European Network of Councils for the Judiciary. Direttore responsabile della “Rivista della regolazione dei mercati”, membro del comitato di redazione de “Il Diritto dell’Unione Europea”, “Italian Journal of Public Law” e “Osservatorio sulle fonti”.
Il Prof. Avv. Filippo Donati
Durante l’evento del prossimo 22 settembre E-AGORÀ – ONLINE PLATFORM CONTRACTS PIATTAFORME, IA E DATA SHARING. SFIDE ED OPPORTUNITA’ PRO-CONCORRENZIALI Lei interverrà discutendo delle osservazioni che emergeranno dal dialogo tra il Ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale Vittorio Colao e il giornalista Marco Cecchini. Non ci è dunque possibile anticipare quello che sarà il Suo futuro intervento, ma vorremo approfondire quelle che sono le tematiche di cui Lei è maggiormente esperto e che l’appuntamento del 22 settembre tratterà.
Quali sono a Suo avviso le sfide e le opportunità delle piattaforme digitali? L’Europa come si sta muovendo per allinearsi davanti a queste nuove esigenze di taglio innovativo e digitale?
Le opportunità offerte dalle piattaforme online sono enormi, e sono sotto gli occhi di tutti. Google, Amazon, Facebook, What’s up, Instagram, Spotify, Microsoft Teams etc. sono ormai entrati nella vita di un numero crescente di persone, che usano quotidianamente queste piattaforme per informarsi, comunicare, acquistare prodotti e servizi, lavorare da remoto, effettuare riunioni a distanza, fruire di servizi offerti da amministrazioni pubbliche e aziende private, accedere a programmi televisivi e contenuti audiovisivi, ascoltare musica etc. La pandemia ha accentuato questo fenomeno. Le piattaforme, però, possono costituire una minaccia per i diritti delle persone. I nuovi intermediari digitali, ad esempio, sono stati frequentemente utilizzati per diffondere fake news e campagne di disinformazione, alterando i processi democratici e le scelte delle persone (si pensi alle fake news sui vaccini). Altrettanto preoccupante è la diffusione attraverso la rete di contenuti illeciti. I giganti del web, inoltre, hanno ormai acquisito una posizione di potere economico e sociale così grande, da creare rischi non solo per la concorrenza, ma anche per il corretto funzionamento dei delicati meccanismi della democrazia.
L’Unione europea ha recentemente approvato il Digital Services Act e il Digital Markets Act. Il primo impone alle grandi piattaforme digitali specifici obblighi di moderazione e supervisione, volti ad evitare che le stesse possano diffondere contenuti illegali e dannosi, come fake news o messaggi di incitamento all’odio. A tal fine, sono previsti obblighi di trasparenza e di preventiva valutazione del rischio di diffusione di disinformazione e contenuti dannosi. Il secondo mira a garantire una maggiore concorrenza nei mercati digitali, imponendo ai “gatekeeper” una serie di obblighi e divieti, volti a limitare le possibilità di abuso della loro posizione dominante. Nella sostanza, la nuova disciplina mira a creare uno spazio digitale “più sicuro e aperto, fondato sul rispetto dei diritti fondamentali” in tutta l’Unione europea.
Durante l’evento verranno presentati anche dei volumi, tra tutti anche “Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione?” curato dal Presidente Alessandro Pajno, da Lei, Prof. Filippo Donati, e dal Prof. Antonio Perrucci, un importante lavoro di ricerca portata avanti da ASTRID sui nuovi equilibri dell’intelligenza artificiale e del diritto. L’intelligenza artificiale è dunque effettivamente una rivoluzione per il diritto?
In effetti, è questo l’interrogativo dal quale è partita la ricerca promossa da Astrid sulle problematiche di natura giuridica derivanti dalla diffusione dell’intelligenza artificiale (“IA”). Lo sviluppo di algoritmi di nuova generazione e di sempre più sofisticate tecniche di trattamento automatizzato dei dati rappresenta infatti una “rivoluzione” tecnologica, che determina un impatto sull’economia e sulla società destinato a crescere nel tempo e che, conseguentemente, è inevitabilmente destinata ad investire anche il mondo del diritto. Il sempre più rapido progresso tecnologico offre nuove opportunità ma, allo stesso tempo, comporta seri rischi. Occorre tuttavia evitare l’errore di concentrarsi unicamente sulle une o sugli altri, le opportunità e i rischi. La disciplina dei sistemi di IA non può basarsi infatti sulla contrapposizione tra le ragioni dell’efficienza e quelle della tutela, ma deve fondarsi su un diverso approccio, volto a promuovere e proteggere i diritti delle persone soprattutto nelle fasi di progettazione, di addestramento e di controllo sul funzionamento del software. In questa prospettiva si sta del resto muovendo l’Unione europea che, con la proposta di regolamento sull’IA, mira ad assicurare lo sviluppo di sistemi di IA affidabili e operanti nel rispetto dei principi etici e dei diritti della persona.
di Valeria Montani
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