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La protezione dei dati sanitari

A cura di:
CORSO STEFANO, THIENE ARIANNA

L’avvento del Regolamento generale sulla protezione dei dati, divenuto applicabile a partire dal 25 maggio 2018, ha segnato una svolta negli ordinamenti nazionali degli Stati membri dell’Unione europea, presentandosi nella sua doppia anima, mercatista e personalista. Nella molteplice opera di bilanciamento condotta dal legislatore eurounitario e alla quale sono ancora chiamati i legislatori nazionali, cruciale è il passaggio sulla disciplina dei dati personali appartenenti alle categorie particolari, ossia, con terminologia più familiare ed evocativa, i dati sensibili. Fra questi, in particolare, spiccano i dati relativi alla salute, nella loro multiforme dimensione, che penetra – per usare felici parole della dottrina civilistica – nelle situazioni giuridiche esistenziali della persona.

L’emergenza sanitaria, che ha messo a dura prova la tenuta dei sistemi nel tempo della pandemia di Covid-19, ha evidenziato la necessità di collaborare, fra Paesi diversi, e di mettere a disposizione risorse per garantire l’effettiva tutela del diritto alla salute. In questo, l’impiego della tecnologia, stante il continuo processo dell’innovazione, gioca un ruolo fondamentale. Si osserva pure come la sanità digitale appartenga agli elementi di ambo le componenti – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale – della missione 6, dedicata alla salute, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alla quale sono complessivamente destinati 15,63 miliardi di euro.

Il diritto alla salute, come diritto del singolo e della collettività, non si può però declinare efficacemente senza che siano assicurate anche la protezione dei dati personali e la tutela, quindi, del diritto alla riservatezza, così come gli altri diritti della persona, nell’unitaria concezione della personalità.

Come afferma l’art. 1 della l. n. 24 del 2017 (c.d. legge Gelli-Bianco), la sicurezza delle cure, che «è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell’interesse dell’individuo e della collettività», «si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative», comprese, dunque, quelle inerenti alla protezione dei dati personali e, nello specifico, sanitari.

Il giorno 4 novembre 2022, a Rovigo, presso la sede di Palazzo Angeli, si è quindi tenuto un Seminario di studi, dal titolo La protezione dei dati sanitari. Privacy e innovazione tecnologica tra salute pubblica e diritto alla riservatezza, che ha coinvolto studiosi esperti in materia di diritti della personalità e trattamento dei dati personali. Gli interventi hanno sondato svariati aspetti, giuridici e metagiuridici, delle problematiche che, nel contesto dei mutamenti normativi, della digitalizzazione della sanità e dell’evoluzione del rapporto medico-paziente, si stagliano all’orizzonte.

Queste pagine raccolgono le relazioni, aggiornate e integrate anche alla luce del dibattito, dal taglio multidisciplinare, che si è svolto sulle tematiche oggetto del seminario.

 

di

Arianna Thiene e Stefano Corso

 

 

 

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